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RACCOLTA E ANALISI DELLE MICROMETEORITI
Carlo Viterbo, Paolo Drei, Novembre 2006
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Una delle esperienze scientifiche più divertenti che possiamo svolgere a casa
nostra è la raccolta e l’analisi delle cosiddette “micrometeoriti”, particelle
submillimetriche di origine prevalentemente asteroidale che cadono continuamente
sulla Terra. Ne accenniamo brevemente in queste righe, mentre per gli
approfondimenti rimandiamo il lettore al principale testo italiano di
riferimento per la ricerca di meteoriti e micrometeoriti, il libro di Matteo
Chinellato A caccia di meteoriti (SciBooks, 2005).
Ricordiamo che l'atmosfera ci protegge da una "pioggia" di materiale
extraterrestre, valutata in media su tempi lunghi attorno alle 220.000
tonnellate l'anno, che altrimenti nel corso del tempo ridurrebbe la superficie
della Terra come quella della Luna o di Marte.
Mentre sui tempi lunghi i corpi cosmici che danno in percentuale i due maggiori
contributi al flusso di oggetti che cadono sulla Terra sono quelli di taglia
attorno al chilometro e quelli di dimensioni vicine ai 10 metri, sui tempi brevi
c'è un terzo picco significativo, che corrisponde alla popolazione delle
particelle submillimetriche rappresentate dalla polvere cosmica e dalle
micrometeoriti.
Queste ultime particelle, che distingueremo in micrometeoriti ferrose e in
micrometeoriti rocciose o vetrose (a causa del loro aspetto vetroso simile
all'ossidiana, una roccia vulcanica), possono essere raccolte e identificate
anche da un dilettante con l'impiego di una semplice attrezzatura.
Figura 1 - Una vaschetta di plastica. |
Figura 2 - Un comune microscopio biologico. |
Il materiale necessario per effettuare l'esperienza, qui proposta, della
raccolta e dell'analisi casalinga delle micrometeoriti, è il seguente:
- Una o più vaschette di plastica per una
superficie totale di circa 1 mq
- Un paio di aghi da cucito
- Una calamita
- Un sacchetto di plastica trasparente
- Un comune microscopio ottico del tipo di quelli usati in biologia (e
ampiamente illustrati in questo sito)
- Acqua distillata
- Una pentola e un fornello
Per cercare queste microscopiche palline, particelle quasi
perfettamente tonde che come abbiamo detto possono essere “ferrose” o “vetrose”,
si può prelevare il materiale raccolto nei pozzetti di scarico delle acque
piovane delle grondaie, oppure mettere sul terrazzo un’apposita “trappola”.
In pratica, si tratta di porre all’aria delle bacinelle di plastica pulite con
una superficie esposta di circa un metro quadrato. Le si lasciano fuori finché
non si riempiono di pioggia, oppure le riempiamo noi di acqua distillata
lasciandole all’aperto per alcuni giorni. Il periodo migliore per raccogliere
micrometeoriti è quello degli sciami meteorici.
Dopodichè si lascia evaporare l’acqua dai
recipienti e se ne raschia pareti e fondo con un ago disteso. Poi si poggia
l’ago su un vetrino e lo si esamina al microscopio. Già a bassi
ingrandimenti si potranno individuare le micrometeoriti ferrose, sotto forma
di piccole sferette metalliche lucide, alcune con piccole depressioni sulla
superficie, altre a forma di goccia (figura 3). Oltre a queste particelle, si vedranno polline, cenere e - se si è fortunati - delle micrometeoriti vetrose, sferule praticamente perfette di colore vario, dal giallo al trasparente, al verdastro, al nero. Nei pozzetti di scarico delle grondaie, però, non troveremo le
micrometeoriti vetrose, che sono troppo leggere per rimanervi, e dunque per
raccogliere quest'ultimo tipo di micrometeoriti useremo il sistema delle
bacinelle. |
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Figura 3 - Micrometeoriti ferrose. Sono collegate a
formare |
Per isolare le micrometeoriti ferrose dalle bacinelle, invece, si procede così:
1) Si immerge il magnete protetto dalla busta di plastica
direttamente nell’acqua presente nelle bacinelle, spazzando lentamente le pareti
e il fondo dei recipienti.
2) Poi si immerge la busta con il magnete in un recipiente pulito pieno di acqua
distillata e si estrae il magnete dalla busta, che va agitata a quel punto
nell’acqua per far cadere sul fondo le micrometeoriti.
3) Dopodichè si fa evaporare l’acqua ponendo il recipiente sul fuoco.
4) Poi si magnetizza un ago strofinandolo su un magnete per un minuto e dopo lo
si struscia, coricato, sulle pareti e sul fondo del recipiente.
5) Infine, si pone l’ago su un vetrino portaoggetti e lo si esamina con
attenzione al microscopio.
Le micrometeoriti formano anche nuclei di condensazione per
la neve, per cui si può ricavarle pure fondendo neve fresca e pulita in
condizioni di grande pulizia e poi raschiando i sedimenti lasciati dall’acqua
così ottenuta sul fondo di un recipiente.
Da una decina di metri cubi di neve è così possibile ricavare decine di
bellissime sferule cosmiche.
Se ci si accontenta delle micrometeoriti ferrose, si può direttamente muovere un
sacchetto con una calamita dentro il recipiente in cui la neve è stata sciolta,
e procedere poi in modo del tutto simile a quanto illustrato in precedenza.
Figura 5 - Una distesa di neve dalla quale potremmo |
Figura 6 - Micrometeorite vista al microscopio elettronico a
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Ovviamente, meglio evitare di prendere il primo e l'ultimo strato di neve, cioè
quello più prossimo al terreno e i 4-5 cm più superficiali. Si noti che, se si
misura anche la superficie e il volume della neve fusa e filtrata, è possibile
ottenere una grossolana stima del flusso di materiale extraterrestre sul nostro
pianeta.
Attenzione a non usare per la raccolta strumenti e contenitori "contaminati" da
altre polveri e spazzolare bene prima i vestiti usati durante la raccolta.
Inoltre, coprite i contenitori con cellophan se non sciogliete subito la neve o
ne avete raccolta molta.
L'acqua risultante dalla neve fusa deve essere fatta passare attraverso filtri
di carta, tipo quelli da caffé o carta assorbente, od al limite attraverso
quella igienica. Dovreste così raccogliere parecchie polveri, magnetiche e non,
e queste polveri saranno più rappresentative delle polveri meteoriche di quelle
raccolte con le calamite, in quanto conterranno anche le polveri non metalliche.
Una curiosità: nei ghiacci dell'Antartico è possibile rinvenire micrometeoriti (e meteoriti) aventi un'età di oltre un milione di anni! In effetti, quelle zone della Terra sono tra le più generose di materiale di studio per gli scienziati, che in oggetti così antichi possono indagare su molti misteri, tra cui l'origine della vita, che secondo alcune ipotesi potrebbe aver avuto origine, alcuni miliardi di anni fa, al di fuori del nostro pianeta.
La domanda sorge spontanea: da dove vengono e come si formano le
micrometeoriti? Diciamo subito che esse, come le ben più grandi meteoriti, sono
materia extraterrestre la cui caduta sul nostro pianeta va avanti da circa 4,5
miliardi di anni, cioè fin dalla nascita del Sistema Solare.
La Terra riceve, infatti, un continuo apporto di materiale extraterrestre di
dimensioni e peso molto diversi: dalle grandi meteoriti, che possono avere masse
di decine di tonnellate, fino alle più minute particelle di polvere. Le
meteoriti raccolte sulla Terra rappresentano perciò solo una porzione - sebbene
la più evidente - della grande quantità di detriti cosmici che ogni anno ci
piovono addosso, perché sui tempi brevi il contributo maggiore è dovuto alla
polvere cosmica e alle micrometeoriti.
Tutte queste particelle hanno un ruolo importante in molti settori della
ricerca: per censire le popolazioni di corpi cosmici in funzione della loro
massa, per elaborare modelli di distribuzione spaziale della polvere
interplanetaria, per avviare indagini sulla struttura e composizione dei corpi
progenitori (asteroidi e comete), per quantificare il rischio di impatto dei
meteoroidi sui veicoli spaziali e, infine, per riconoscere eventuale materiale
esogeno per lo sviluppo della vita sul nostro pianeta.
Il massimo del flusso delle particelle submillimetriche che cade sulla Terra in
un anno ammonta ad alcune decine di migliaia di tonnellate, e si ha in
corrispondenza di microgranuli del diametro di circa 200 micron (1 micron è un
millesimo di millimetro) e con massa pari a un centesimo di milligrammo.
Incontrando l'atmosfera terrestre, le micrometeoriti più grandi - ovvero le
particelle di dimensioni dell'ordine del millimetro - subiscono un processo di
riscaldamento alla temperatura di 3.000-4.000 °C che provoca la vaporizzazione
del materiale che le compone. Il metallo e la roccia evaporati subiscono a quel
punto un brusco raffreddamento e, in condizioni di caduta libera, si condensano
in microscopiche palline del diametro di circa un decimo di millimetro o meno,
che cadono a terra come una pioggia di minute particelle di polvere.
I corpi progenitori delle micrometeoriti sono gli asteroidi e le comete, o i loro recenti o antichi frammenti che vagano liberamente nello spazio interplanetario sfiorando di tanto in tanto la Terra, i cosiddetti meteoroidi. Si tratta di corpi eterogenei dal punto di vista delle masse, che vanno da particelle di polvere di pochi grammi a giganteschi massi di 10 milioni di chili, oggetti che quando incontrano lungo il proprio cammino la Terra possono dar luogo alle tracce luminose chiamate meteore (o bolidi quando particolarmente appariscenti) o giungere fino al suolo, nel qual caso prendono il nome di meteoriti.
ATTENZIONE: non tutte le sferette metalliche che troverete saranno delle micrometeoriti, ma per la maggior parte si tratterà di particelle di origine terrestre, prodotte da attività umane. Per esempio, le mole che vengono usate per togliere le sbavature su pezzi metallici producono getti di scintille, spesso costituite da goccioline di metallo fuse le quali nel breve tragitto prima di toccare terra solidificano mantenendo una forma sferoidale. Anche il cosiddetto "flessibile", quel attrezzo dotato di disco abrasivo che viene usato per tagliare materiali duri, quando viene usato per tagliare tubi di ferro produce getti di sferette metalliche. Perfino un comune accendino può produrre minuscole sferette metalliche. E' quindi preferibile cercare le micrometeoriti lontano da insediamenti umani. A proposito della possibilità di scambiare sferette di origine terrestre per micrometeoriti, leggete questo articolo: http://arxiv.org/ftp/arxiv/papers/0708/0708.4276.pdf
LA CLASSIFICAZIONE DELLE METEORITI
L'analisi mineralogica delle micrometeoriti non è, in generale, alla portata
di uno scienziato dilettante. Può essere tuttavia utile sapere, almeno a grandi
linee, quali sono i principali tipi di meteoriti esistenti: in altre parole,
conoscere la loro classificazione.
Tenendo presente che la classificazione ufficiale, adottata per esempio dai
laboratori di analisi, è in inglese (per cui, ad esempio, "condrite" divente "chondrite",
etc.) le meteoriti sono classificate, a seconda della loro composizione, in tre
grandi categorie, a loro volta suddivise in varie sottocategorie:
- Meteoriti pietrose o aeroliti. Sono meteoriti composte da roccia, molto simili
alle comuni rocce terrestri per il fatto che la loro composizione minerale è
dominata dai silicati, di gran lunga il tipo di minerale maggiormente presente
nelle rocce del nostro pianeta.
- Meteoriti pietrose-ferrose (o sideroliti). Sono meteoriti formate sia da
minerali sia da roccia, cioè rappresentano una via di mezzo tra le meteoriti
pietrose e quelle ferrose. In pratica, sono misture di silicati e di metalli
liberi (ferro-nichel) in proporzioni approssimativamente uguali. Si tratta di
meteoriti rare e spesso sono tra gli oggetti più belli e preziosi di una
collezione.
- Meteoriti ferrose (o sideriti o ferri meteorici). Sono meteoriti costituite da
metalli con quantità maggiori di ferro e nichel. Si tratta di meteoriti comuni,
ma sono ugualmente di un certo valore perché difficili da distinguere dalle
rocce terrestri. La quantità di nichel determina la classificazione delle
meteoriti all'interno di questa categoria. Se presentano un'alta percentuale di
altri materiali (silicati, zolfo, carbonio, etc.) sono classificate anche come
meteoriti ferrose silicate.
Figura 7 - Una tipica meteorite ferrosa |
Figura 8 - Una tipica meteorite pietrosa |
Di tutte le meteoriti viste cadere sul nostro pianeta nel corso
dei secoli, il 94 percento sono pietrose, il 4 percento ferrose e appena l'1,2
percento pietrose-ferrose.
Le meteoriti pietrose, tuttavia, sono molto difficili da riconoscere senza una
preparazione e un "allenamento" specifico, mentre quelle ferrose sono più facili
da identificare, perché la presenza di ferro abbondante permette di attrarle con
una calamita o di rivelarle con un cercametalli. Per questa ragione, la
percentuale delle meteoriti pietrose ritrovate cala all'82 percento, quella
delle pietrose-ferrose sale al 3 percento e quella delle ferrose sale al 15
percento.
Fare i cacciatori e/o i
collezionisti non di micrometeoriti bensì di meteoriti "normali" (cioè
grandi da qualche millimetro ad alcune decine di centimentri o più), e
soprattutto cercare meteoriti ferrose con una calamita o un metal detector, è in effetti un
hobby molto affascinante, come Matteo Chinellato - soprannominato dagli
amici l' "acchiappa-meteoriti" e considerato il maggior esperto
italiano in questo settore - racconta nel suo libro.
Restaturatore d'arte, egli cerca e si diletta con le "pietre cadute dal
cielo" ormai da vari anni, e ne ha trovate diverse - tra cui le Tessera 1 e 2 e la Lido di Venezia - scandagliando di
tanto in tanto fiumi e spiagge del Veneto, poco lontano da casa sua
(non si può allontanare troppo perché non guida la macchina...).
La sua collezione personale, che è la più grande in Italia tra quelle
private, conta oltre 600 pezzi, ed è inferiore numericamente solo alle
collezioni pubbliche dei Musei Vaticani e del Museo Nazionale
dell'Antartide, che peraltro è basata su meteoriti acquisite per lo più
in terra straniera. Non c'è che dire, una bella soddisfazione! Per non
parlare del fatto che possiede svariate meteoriti lunari e marziane,
pezzi rari e costosi del valore di migliaia di euro ciascuno.
Oltre a cercarle, Chinellato le meteoriti le vende, le compra e le
scambia. Ma non è solo una passione, bensì anche un business: nel mondo c'è gente che
con queste pietre cosmiche è diventata addirittura miliardaria, come il
famoso americano Robert Haag, di Tucson (Arizona), la cui collezione
privata vale oltre 25 milioni di dollari e vanta più di 500 grossi
pezzi provenienti da vari paesi. Un impero che si è costruito con vari
espedienti che Chinellato rivela nel suo libro.
Eh sì, perché come in tutte le cose, in quest'hobby sono i dettagli che
fanno la differenza, e sapere quale attrezzatura serve per la ricerca e
il riconoscimento delle meteoriti, i luoghi migliori in cui cercare, le
strategie di "caccia" da adottare, rappresenta una condizione
necessaria - sebbene talvolta non sufficiente, se non si ha un pizzico
di fortuna e di pazienza - per il successo. Perciò i consigli di Matteo
sono letteralmente preziosi...
Figura 9 - Matteo Chinellato dinanzi alla sua ricca collezione privata. |
Figura 10 - Il suo libro sulla ricerca delle meteoriti. |
Matteo Chinellato, A caccia di meteoriti, SciBooks, 156 pp. 40
figg. a colori, 16,80 €. Il libro può essere acquistato direttamente presso il
sito dell'editore, dove è disponibile anche un breve estratto, all'indirizzo:
http://www.scibooks.it/a_caccia_di_meteoriti.htm.
Tra i libri in lingua inglese segnaliamo:
McSween H.Y., Meteorites and their Parents Planets, Cambridge University Press,
Cambridge, 1999.
Norton R.O., Rocks from Space, Mountain Press, Missoula, 1994.
Reynolds M.D., Falling Stars, Barnes & Noble, New York, 2001.
SITOGRAFIA:
http://www.comune.pisa.it/apsn/Articoli/Micrometeoriti.htm
Introduzione alla ricerca di meteoriti
http://bizarrelabs.com/met.htm
Bizarre Stuff, Micrometeorites
http://zimmer.csufresno.edu/~fringwal/09-The-Hunt-for-Micrometeorites.pdf
The Hunt for Micrometeorites
http://arxiv.org/ftp/arxiv/papers/0708/0708.4276.pdf Observation of
false spherical micrometeorites